Presbiopia
In condizioni normali, gli oggetti posti a meno di 6 metri di distanza dall'occhio inviano raggi luminosi non paralleli ma divergenti, per cui essi andranno a fuoco non sulla retina ma dietro ad essa. Ciò significa che l'immagine retinica sarà sfuocata a meno che non intervenga un meccanismo di "messa a fuoco", in grado cioè di aumentare la lunghezza assiale del bulbo o il potere rifrattivo dell'occhio. Quest'ultimo meccanismo può essere attuato nell'uomo, in un processo definito accomodazione, mediante l'aumento di curvatura del cristallino (che assume una forma più sferica) ottenuto grazie al rilassamento delle fibre zonulari determinato dalla contrazione del muscolo ciliare. Il potere di accomodazione, massimo nell'infanzia dove è pari a circa 14 diottrie, si riduce progressivamente con l'età (a trentasei anni è pari circa a 7 diottrie, cioè dimezzato) e si esaurisce del tutto tra i sessanta e sessantacinque anni. Questa progressiva perdita del potere di accomodazione è nota come presbiopia , essa è dunque dovuta al fatto che il cristallino non è più in grado di modificare la sua curvatura a causa del suo progressivo indurimento e ingrossamento (con conseguente allentamento delle fibre zonulari), nonché dell'indebolimento del muscolo ciliare.
L'ipermetropia in giovinezza può essere compensata da una maggior accomodazione e questo la rende meno problematica, rispetto alla miopia, per chi ne è affetto. In questo caso il globo oculare è troppo corto (ipermetropia assiale) oppure, più raramente, il potere di rifrazione di cornea e di cristallino è troppo debole (ipermetropia di rifrazione).
I raggi luminosi paralleli di un oggetto lontano si incontrano, a muscolo ciliare rilasciato, posteriormente alla retina. L'ipermetrope può, fino ad un certo livello di gravità del difetto, compensare per la visione da lontano. Ma per vedere da vicino però la sua accomodazione può non essere sufficiente, e l'oggetto viene spontaneamente allontanato per ottenerne la messa a fuoco.
L'ASTIGMATISMO
Questo difetto provoca una distorsione delle immagini e lenti correttive appropiate consentono di porre rimedio a questo disturbo visivo.
L’ASTIGMATISMO: I SINTOMI
L'astigmatismo viene spesso attribuito all'affaticamento visivo. In effetti, a differenza di una persona miope o presbite, un astigmatico può vedere in modo accettabile sia da vicino che da lontano. Soltanto il contorno delle immagini sembra deformato in alcuni casi. Questa distorsione porta a confondere, ad esempio, le lettere H e M, o i numeri 8 e 0. La responsabiltà va attribuita alla mancanza di sfericità della cornea ( talvolta associata anche ad astigmatismi del cristallino). L’immagine non si forma quindi «sulla» retina, ma davanti o dietro e risulta deformata.
LA CORREZIONE DELL'ASTIGMATISMO
Per compensare l'errata curvatura della cornea, le lenti toriche aiutano ad orientare i raggi luminosi verso la retina. L'astigmatismo si aggiunge spesso a un altro difetto visivo come la miopia, l'ipermetropia o la presbiopia e lenti adatte permettono di correggere i due difetti contemporaneamente. Attenzione: l’astigmatismo rappresenta un anomalia meno evidente nell'apprendimento della lettura. Fate controllare la vista dei vostri bambini ogni anno!
Dopo la presbiopia, legata all'avanzare dell'età, l'anomalia più frequente che colpisce l'occhio è la miopia: in questo caso i raggi di luce paralleli provenienti dall'infinito vanno a fuoco davanti alla retina. In oltre il 90% dei casi, tale anomalia è conseguente alla eccessiva lunghezza del globo oculare in rapporto al potere di rifrazione (miopia assiale). I raggi luminosi di un oggetto lontano si incontrano, quindi, anteriormente alla retina: l'immagine diviene sfuocata. Guardando da vicino, però, il miope vede più nitidamente; il punto di accomodazione infatti da lontano in un miope viene spostato in avanti.
Sul piano clinico possono essere distinti tre fondamentali tipi di miopia: la miopia semplice, la miopia intermedia e la miopia patologica.
La miopia semplice - detta anche "fisiologica" - è di lieve entità (non superiore alle 3 diottrie) e non presenta in genere alterazioni della retina né di altre strutture oculari.
La miopia intermedia (che in genere non supera le 6-7 diottrie) è certamente più importante dal punto di vista clinico, ma può ancora presentare una retina in buone condizioni.
La miopia patologica - detta anche "degenerativa" - si associa pressoché inevitabilmente a lesioni a carico della sclera (assottigliamento con stafiloma posteriore), della coroide (assottigliamento, atrofia), della retina (atrofia degenerativa del polo posteriore e della periferia) e del corpo vitreo (liquefazione con collasso e distacco posteriore).
Spesso si sente dire che l'incidenza della miopia è aumentata negli ultimi decenni. Ciò può essere riconducibile essenzialmente a tre fattori: in primo luogo è aumentato il livello di controllo. Secondariamente, la statura media della popolazione dei paesi industrializzati è notevolmente aumentata; per tale ragione anche la cavità orbitaria è divenuta più grande e il globo oculare ha più spazio per svilupparsi. In terzo luogo non è da escludere che la sempre più frequente visione ravvicinata (urbanizzazione, videogiochi, computer), rappresenti uno stimolo all'evoluzione della miopia.